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La Messe è molta. Ma noi cosa vediamo?
Gesù, profeta e anche più di un profeta, vedeva cose che gli altri non vedevano. Ce le ha mostrate, senza reticenze e a tratti anche con forza. Tuttavia ancora oggi fatichiamo a vedere. Se vogliamo essere almeno un po fedeli allinvito di annunciare il Regno di Dio al mondo intero, lo sguardo di Gesù deve continuare a istruire il nostro attraverso il vangelo e la testimonianza profetica di tante sorelle e fratelli (dentro e fuori la chiesa). Le cose stanno così: noi siamo infastiditi da persone confuse e petulanti, lui legge bisogni e ne ha compassione; noi vediamo della gente curiosa e invadente, lui accoglie lanelito di una messe matura; noi viviamo la fatica apostolica come una sconfitta, lui continua a ripeterci che lì, proprio lì e non altrove, ha un popolo numeroso; noi saremmo quasi decisi a lasciar perdere per troppa semente sprecata, lui ci invita a seminare ancora, e ancora, con maggior generosità
Questo sarà il tracciato biblico delle lectio, che daranno ogni giorno il giusto inizio ai nostri lavori. Ma poi avremo con noi testimoni pensanti che aiuteranno a chiarire le nostre «visioni»: ci accorgeremo che alcune sono solo fantasmi; e ci renderemo conto, almeno speriamo, che altre sono proprio realtà. Molte sono addirittura bellissime realtà. Erano lì da chissà quanto e non le vedevamo
Le giornate saranno scandite da dilemmi: «silenzi o clamori?»; «deserti o campi di grano?»; «pochi o tanti?»; «per molti o per tutti?». Non si tratterà necessariamente di scegliere. Anzi, queste polarità hanno lo scopo di far intuire una complessità. E dunque probabilmente andranno tenute insieme, precisate e approfondite, poiché descrivono tensioni irrinunciabili.
Relatori e relatrici, liberi come sempre di dirci quello che hanno in fondo al cuore, ci aiuteranno a gettare uno sguardo più ampio possibile sulla realtà. Ad ascoltare Gesù, infatti, non cè solo una messe di buon grano, ma è sempre anche molta. E per ristrettezza di prospettive e scarsità di itineranze che spesso il buon grano appare invece a noi troppo poco, quando non del tutto assente. Ma è mai possibile che il vasto mondo là fuori sia ridotto al deserto che vediamo noi? Sentiremo da loro come stanno le cose, e magari riusciremo perfino a rivedere alcuni dei nostri (pre)giudizi. Sarebbe meraviglioso se accadesse!
Tutto questo lavoro sullo «sguardo», affinché sia evangelico e perciò sempre più ampio e innamorato della vita - di chiunque e ovunque -, ci chiede la maggiore familiarità possibile con la parola di Dio. Per questo per i gruppi di lavoro del sabato pomeriggio abbiamo pensato a laboratori biblici. Lavorando insieme su un testo, adeguatamente introdotto, cercheremo quella «novità» di cui parla papa Francesco al numero 11 di Evangelii Gaudium, capace di rilanciare la nostra responsabilità missionaria, il nostro primerear (n 24), prendere liniziativa:
Uneterna novità
11. Un annuncio rinnovato offre ai credenti, anche ai tiepidi o non praticanti, una nuova gioia nella fede e una fecondità evangelizzatrice. In realtà, il suo centro e la sua essenza è sempre lo stesso: il Dio che ha manifestato il suo immenso amore in Cristo morto e risorto. Egli rende i suoi fedeli sempre nuovi, quantunque siano anziani, riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi» (Is 40,31). Cristo è il «Vangelo eterno» (Ap 14,6), ed è «lo stesso ieri e oggi e per sempre» (Eb 13,8), ma la sua ricchezza e la sua bellezza sono inesauribili. Egli è sempre giovane e fonte costante di novità. La Chiesa non cessa di stupirsi per «la profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio» (Rm 11,33). Diceva san Giovanni della Croce: «questo spessore di sapienza e scienza di Dio è tanto profondo e immenso, che, benché lanima sappia di esso, sempre può entrare più addentro». O anche, come affermava santIreneo: «[Cristo], nella sua venuta, ha portato con sé ogni novità». Egli sempre può, con la sua novità, rinnovare la nostra vita e la nostra comunità, e anche se attraversa epoche oscure e debolezze ecclesiali, la proposta cristiana non invecchia mai. Gesù Cristo può anche rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo di imprigionarlo e ci sorprende con la sua costante creatività divina. Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale. In realtà, ogni autentica azione evangelizzatrice è sempre nuova.