UFFICIO NAZIONALE PER LA COOPERAZIONE MISSIONARIA TRA LE CHIESE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

MESSAGGIO FINALE Guinea Bissau

Chiesa della Guinea Bissau e Chiesa italiana in dialogo: incontro dei missionari italiani
28 Ottobre 2008

Conferenza Episcopale Italiana 
Chiesa della Guinea Bissau
 

“Abbiate in voi gli stessi sentimenti e un medesimo amore… i vostri rapporti siano fondati sulla vostra unione a Cristo Gesù” (Fil 2,2.5)

Convocati dalla Conferenza Episcopale Italiana e dai vescovi delle nostre Diocesi, dal 15 al 17 giugno 2004 ci siamo riuniti come missionari italiani a servizio in Guinea Bissau per un incontro di comunione e scambio tra le Chiese. Hanno accompagnato i nostri lavori il vescovo della diocesi di Bissau, Mons. Josè Camnate, il vescovo della diocesi di Bafatà, Mons. Pedro Zilli, Mons. Flavio Roberto Carraro, vescovo di Verona e Presidente della Commissione episcopale della C.E.I. per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione fra le Chiese. E’ stato con noi anche il Nunzio Apostolico Mons. Giuseppe Pinto, manifestando la sollecitudine del Santo Padre per questa Chiesa e il suo popolo.
Con riconoscenza e gratitudine desideriamo anzitutto esprimere la gioia dell’incontro vissuto. Il clima intenso e fraterno, favorito dalla preghiera comune e sostenuto dall’eucaristia, ha caratterizzato il nostro stare insieme come vera esperienza di ascolto e dialogo. La Chiesa italiana si è rivelata madre sollecita nel visitare i suoi “inviati” e sorella desiderosa di conoscere meglio la Chiesa di Guinea Bissau. La giovane Chiesa africana ha sentito facilitato il proprio cammino per l’aiuto e l’accompagnamento di una Chiesa di antica tradizione. Le due Chiese hanno così sperimentato di poter crescere insieme nella fede e contribuire al rinnovamento spirituale delle proprie comunità sostenendosi reciprocamente davanti a sfide che appaiono sempre più spesso comuni.
Da quando nel 1947 i primi missionari del P.I.M.E. si posero a servizio di questa Chiesa sorta nel periodo coloniale, tanti altri religiosi italiani si sono messi a disposizione del suo cammino di evangelizzazione. La costituzione nel 1977 della diocesi di Bissau, e l’azione pastorale del suo primo vescovo Mons. Settimio Ferrazzetta, O.F.M., ha visto ulteriormente crescere questa collaborazione, giunta oggi a contare 73 presenze tra religiosi, religiose e laici. A questi potranno unirsi nei prossimi mesi due sacerdoti Fidei Donum ed una coppia di sposi, a rendere ancora più completo il servizio di tanti soggetti missionari italiani in questo Paese.
Le vicende di guerra civile, corruzione e disinteresse per il bene comune, che hanno caratterizzato gli ultimi anni della vita politica e sociale della Guinea Bissau, hanno lasciato un’eredità di stanchezza e sfiducia ad ogni livello. Il progressivo recupero in atto delle strutture di partecipazione democratica, è un segno di novità che deve maturare quanto prima stabili contesti di pace, riconciliazione e sicurezza sociale. Solo così si potrà ottenere quel recupero di credibilità dell’opinione pubblica e delle istituzioni internazionali necessario per lo sviluppo di un popolo già duramente provato. La partecipazione della Chiesa a questo processo di ricostruzione morale e civile del Paese è stata notevole da sempre e continua in una duplice direzione: formando i cristiani ad un serio impegno sociale, coerente con le indicazioni della dottrina sociale della Chiesa, e creando un clima di interesse capace di attivare risorse di cooperazione internazionale, che ci auguriamo possa vedere l’Italia tra i più solleciti protagonisti.
Il processo di globalizzazione che investe tutto il continente africano, registra i suoi effetti negativi anche in questo piccolo Paese. Ne sono segni evidenti il forte afflusso di popolazione nelle periferie dei maggiori centri urbani, l’affievolimento dei tradizionali rapporti di solidarietà, un disordinato processo di sviluppo, il mito di una vita facile. Soprattutto la generazione giovane sembra soffrire di notevole disorientamento. La Chiesa è attenta a rispondere a queste notevoli sfide ricercando proposte più adeguate di evangelizzazione, e nel nostro incontro si è giunti anche a chiederci “cosa serve oggi in Guinea per annunciare il Vangelo?”.
Il piano pastorale maturato nelle nostre Chiese ha messo in evidenza che la risposta più adeguata a questa nuova situazione non può prescindere dalla necessità di una pastorale d’insieme, richiesta prima ancora che dalla sua eventuale efficacia dall’intrinseco valore di spiritualità di comunione che comporta. C’è inoltre esigenza che le parrocchie possano articolarsi in piccole comunità vive, capaci di suscitare speranza e promuovere autentici valori umani. Alla vita delle parrocchie potrà giovare anche una migliore integrazione con altre proposte pastorali. Non ulteriormente rimandabile appare anche la proposta di suscitare un’ampia e corresponsabile ministerialità laicale. Una Chiesa poi che desidera costruirsi come “famiglia di Dio” non può che privilegiare l’impegno a favore della pastorale familiare. Sembra questo anche il miglior aiuto perché le giovani generazioni possano maturare la propria fede in un contesto più naturale. L’atteggiamento di ascolto, il clima di dialogo e l’impegno nella formazione permanente sono infine gli atteggiamenti spirituali e di lavoro essenziali per ogni agente pastorale.
Nei confronti delle nostre comunità di origine avvertiamo la necessità di un rapporto che mantenga vivo il nostro legame ecclesiale. Tra le due Chiese inoltre è possibile un efficace scambio pastorale. La Chiesa in Guinea Bissau può contribuire al cammino di conversione pastorale in senso missionario in cui è impegnata la Chiesa in Italia, con itinerari di catecumenato per gli adulti, la vivacità delle liturgie, la valorizzazione dei laici, la fraternità dei rapporti fra gli operatori pastorali, la sobrietà dello stile di vita delle comunità. La Chiesa in Italia, da parte sua, può sostenere il momento attuale dell’evangelizzazione in Guinea Bissau con iniziative di sostegno alla formazione permanente degli agenti pastorali, preparando famiglie che possano vivere un tempo prolungato di presenza in Guinea offrendo il concreto esempio apostolico della loro vita cristiana, promuovendo esperienze formative e di servizio di giovani a vantaggio dell’animazione dei ragazzi e disposti a condividere fraternità con i loro coetanei, suscitando anche in Guinea l’esperienza delle scuole della Parola.
Come missionari italiani in Guinea Bissau sentiamo infine che il nostro servizio alla Chiesa locale deve continuare evitando autoreferenzialità e vie parallele. Privilegiando la scelta della spiritualità, il nostro stile di vita potrà essere più sobrio e semplice, distaccato dagli stessi beni di cui disponiamo. Soprattutto ci sarà utile proseguire nello sforzo di inculturazione, accompagnando una Chiesa nata tanti anni fa come “europea” a costruirsi ogni giorno di più pienamente “locale”. Infine siamo convinti che dobbiamo preferire il lungo cammino della fecondità di un incontro a quello dell’efficacia immediata di un’azione personale.
Con la fiducia di chi ha imparato la gioia di affidare allo Spirito Santo la fatica del proprio servizio, siamo certi che non mancheranno frutti di rinnovamento missionario grazie anche al nostro incontro di questi giorni. Li invochiamo per l’intercessione della Vergine Maria, stella dell’evangelizzazione.
 
Bissau, 17 giugno 2004.

I missionari presenti all’incontro