UFFICIO NAZIONALE PER LA COOPERAZIONE MISSIONARIA TRA LE CHIESE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Relazione teologica finale dal Convegno Missionario Nazionale di Montesilvano

IL VOLTO DI UNA CHIESA MISSIONARIA di Gianni ColzaniIntroduzione Eccellenze, confratelli nel sacerdozio, fratelli e sorelle nel Signore, queste giornate di Montesilvano sono state veramente belle per il clima registrato tra noi, per la qualità del dibattito, per l’ampiezza dei consensi; arrivati al termine, è però necessario arrischiare una qualche sintesi perché la realtà che abbiamo […]
1 Ottobre 2004
IL VOLTO DI UNA CHIESA MISSIONARIA
 di Gianni Colzani
Introduzione
Eccellenze, confratelli nel sacerdozio, fratelli e sorelle nel Signore, queste giornate di Montesilvano sono state veramente belle per il clima registrato tra noi, per la qualità del dibattito, per l’ampiezza dei consensi; arrivati al termine, è però necessario arrischiare una qualche sintesi perché la realtà che abbiamo sotto gli occhi è talmente variegata e composita da lasciare perplessi.
 Comincerò con il dire che questo Convegno mi ha confermato in una impressione che, da qualche tempo ormai, mi accompagna: quella cioè che il movimento missionario italiano sia non solo una realtà grande e bella ma che sia anche giunto a formulare una sua proposta di vita cristiana, una sua proposta globale. Voglio dire che questo movimento, quello qui rappresentato, è portatore non solo di una serie di iniziative di appoggio alla missione ad gentes ma anche di una maniera di interpretare la fede e, quindi, di comprendere la persona di Gesù e l’esperienza della Chiesa, di una maniera di leggere la storia e, quindi, di valutarne le dinamiche e le prospettive, di una maniera di intendere la vita e, quindi, di coglierne i valori e il significato. Il movimento missionario italiano non è più solo il volto della Chiesa italiana verso l’estero, non è più solo un settore dell’attività di questa Chiesa ma è un soggetto ecclesiale con una sua nitida identità.
Da Verona a Bellaria a Montesilvano ha percorso velocemente molte tappe. Verona era stata la conferma di quanto molti intuivano, la conferma cioè della ricchezza multiforme dei doni dello Spirito e della gioia per la loro sorprendente originalità; Bellaria è stata la consapevolezza della loro sincera ecclesialità, la convinzione cioè della realtà di una Chiesa chiamata – come dono e come compito – ad aprire il libro della missione. Montesilvano è una nuova tappa: rappresenta la coscienza di un movimento che ritiene di poter e di dover contribuire in modo tutto particolare, con i suoi doni cioè, al cammino della Chiesa italiana. Queste pagine vorrebbero essere un primo contributo alla lettura di questo evento ma mi auguro che altre letture, più meditate e autorevoli, possano seguire.
All’origine di questo cammino sta la realtà di discepoli partiti per evangelizzare, in obbedienza al comando del Signore. Evangelizzatori, siamo stati a nostra volta evangelizzati dalla gente dell’Africa, dell’America e dell’Asia; la nostra fede è stata potenziata e rinnovata, la nostra umanità toccata e cambiata. Molto abbiamo dato e di più, forse, abbiamo ricevuto.
 

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